Notizie dal fronte – 5: schemi

Le amicizie per me sono sempre state croce e delizia, una corsa a metà strada tra la fatica di trovarne di sincere e l’incapacità di mantenerle a causa dei miei problemi o perché non rispecchiavo le aspettative di chi accettava di passare del tempo con me.
Con questo non voglio dire di essere esente da colpe, quando si soffre di mali oscuri, poco visibili all’occhio umano, ma che determinano il proprio essere, spesso si finisce per allontanare le persone senza neanche rendersene conto.
Negli anni mi sono reso conto di come mi senta maggiormente a mio agio nell’avere amicizie femminili, aspetto questo che persiste tuttora, forse per la quasi totale assenza della figura paterna, ed un legame maggiormente spiccato con mia mamma.
Mio fratello ha amicizie che si trascina fin dalle scuole elementari, io no, per sfortuna, per incostanza, perché mi stufavo facilmente delle modalità con le quali si passava il tempo.
Da un lato mi lamentavo molto della solitudine, non capivo perché dovesse essere quello il mio destino, ma da l’altro volevo stare da solo, quasi spaventato dall’impegno che avrebbe comportato un rapporto umano di qualche tipo.
Ma definire qualcuno amico o amica a vent’anni, ma anche a trentacinque, è un azzardo. Questa è un titolo che viene spesso usato con troppa leggerezza, sono pochi i fortunati che possono dire di aver trovato il proprio migliore amico o la migliore amica nel corso dell’adolescenza, e poi si tratta davvero di una fortuna?
Dopo tanti anni alla ricerca di persone vere, posso affermare con certezza che non esiste cosa più giusta del detto: “gli amici veri si contano sulle dita di una mano”, e aggiungo che è sempre bene lasciare libero il dito medio per ogni eventualità.
Io in trentacinque anni una mano non l’ho ancora riempita, non ho ancora capito se questa cosa sia positiva o negativa, se esserne felice oppure no, ma penso di aver imparato sulla mia pelle che avere tutto e subito rende la vita insipida e fa precipitare nella noia.
Però non sarebbe male ogni tanto una via di mezzo, perché spesso capita di incappare in eterni momenti di nulla, quando la sola cosa che ti resta è una stanza assordante da quanto è silenziosa, ritrovandoti a parlare con te stesso ad alta voce senza neanche rendertene conto pur di spezzare quella atmosfera.
Negli anni ho incontrato delle persone alle quali sono ancora molto legato, che ho perso di vista a causa del corso degli eventi, ma ciò non significa che non pensi più a loro e che non abbiano avuto un ruolo importante nella mia vita, e se un giorno gli dovesse capitare di leggere questo scritto mi auguro che si riconoscano tra queste parole.
Al termine degli studi però non contavo alcun amico, anche se gli ultimi due anni dell’alberghiero potevano considerarsi accettabili, questi non mi avevano riservato né amicizie, né altro.
Mi presi un anno sabbatico, come usa dire quando non si ha la minima idea di cosa si vorrebbe fare nella vita, e molti potrebbero anche sostenere che stia continuando da 15 anni, ma dipende dai punti di vista.
L’università era esclusa, e i cinque anni di istituto alberghiero mi avevano estirpato ogni passione verso la cucina. Cinque anni trascorsi a fare sempre le stesse cose, e gli ultimi due passati senza mai avere la possibilità di cucinare.
L’anno sabbatico fu un trampolino di lancio eccezionale per la mia malattia, per la prima volta nella mia vita non avevo impegni fissi, quindi avevo molto tempo per pensare e la favoletta di trovare un lavoro si rivelò presto essere, appunto, una favola.
Spiegare a parole quello che mi stava accadendo non è semplice, anche perché sul momento non me ne rendevo conto neanche io.
La costante solitudine, l’assenza di ogni tipo di impegno, il vuoto interiore che mi accompagnava togliendomi il respiro mi portarono a costruire tutta una serie di schemi per riuscire ad affrontare le giornate, schemi che molto presto sarebbero divenuti una prigione.

Consiglio musicale: Il mio dito medio 

Dedicato a chi si crede solo/a

Continua…

Puntate precedenti:
Notizie dal fronte – 1: guardando nel buio
Notizie dal fronte – 2: l’inizio del tunnel
Notizie dal fronte – 3: stereotipi
Notizie dal fronte – 4: restrizioni